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Mala n.29

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Mala in vetro nero diamantato

Il mala  è un filo di “perle” spesso di legno o di semi, ma anche di vari altri materiali che i Buddhisti e gli induisti usano per recitare i mantra come supporto per la meditazione. Una sorta di “Rosario” orientale.

E’ un simbolo di compassione e favoriscono equilibrio, pace, armonia e consapevolezza.
È un’oggetto pratico, perchè ci permette di recitare il mantra un determinato numero di volte senza perdere la concentrazione per contare e contemporaneamente  è un oggetto denso di significato simbolico.

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Descrizione

Mala ho’oponopono

Il mala  è un filo di “perle” spesso di legno o di semi, ma anche di vari altri materiali che i Buddhisti e gli induisti usano per recitare i mantra come supporto per la meditazione. Una sorta di “Rosario” orientale. E’ un simbolo di compassione e favoriscono equilibrio, pace, armonia e consapevolezza. È un’oggetto pratico, perchè ci permette di recitare il mantra un determinato numero di volte senza perdere la concentrazione per contare e contemporaneamente  è un oggetto denso di significato simbolico.

Il nome completo del mala è Japa Mala. In sanscrito Japa significa ‘’mormorare’’ mentre Mala significa “ghirlanda” . Le due parole unite significano  ‘’ghirlanda per sussurrare’’.

Normalmente il mala è costituito da centootto grani più o meno delle stesse dimensioni e un grano di dimensione diversa che chiude il cerchio, lo stupa. Nello stupa è contenuta la rappresentazione dello “stato di verità” in cui si comprende che non esiste in valore assoluto  un “io”  indipendente e duraturo. Nello “stato di verità” tutte le caratteristiche della mente si manifestano liberamente. Sempre nel grano stupa è contenuta anche la gioia che si manifesta quando l’illusione dell’Io indipendente scompare e  le energie che normalmente sono limitate dalle caratteristiche dell’ego quali speranze, paure, timori, dubbi, concezioni rigide, preoccupazioni, si liberano. La sua caratteristica è quella di non venire mai oltrepassata mentre recita. Ha la funzione pratica di segnalare al praticante la fine delle 108 ripetizioni e dare il via a un nuovo ciclo.

Usando un mala normalmente si recita un mantra per ogni grano. Nel nostro caso  per ogni grano ripetiamo le parole “Scusa Grazie Ti Amo“. Possiamo anche decidere di recitare una parola per grano… la regola è sempre “se fa stare bene va bene“! Si sgrana il mala a partire dal grano stupa normalmente partendo in senso orario e quando si torna nuovamente al grano stupa si gira l’intero filo di perle e  si ricomincia a sgranare il mala nella direzione contraria.

Durante la meditazione o la concentrazione  possiamo usare la sensazione del mala che scorre tra le nostre dita e la ripetizione del mantra per rafforzare l’esperienza della presenza nel momento di ORA. In questo  modo la consapevolezza della mente è nell’eternità del momento  presente, la parola è con il mantra e il corpo è con il mala. Qualora succedesse, e succede molto di sovente, che la nostra mente si distragga o la parola sfugga alla nostra consapevolezza, almeno parte della nostra presenza sarà viva grazie  al movimento del mala nella nostra mano e alla nostra esperienza tattile noe contayto con esso.

Il mala  è formato tradizionalmente da 108 grani e questo numero ha una serie di spiegazioni esoteriche, ve ne propongo alcune:

La cultura buddhista pensa che esistano 8 livelli di coscienza: 5  relativi ai sensi il 6° è la presenza nel qui ed ora, il 7° è il livello del linguaggio, e l’8° è il nostro archivio interiore o subconscio.  L’ illuminazione è lo stato che trasforma questi 8 livelli  in un’ unica perfetta consapevolezza ispirata capace di conoscere tutto. In questo stato, l’esperienza non è più sensoriale ma anche vibrazionale.

“Quando gli otto tipi ordinari di consapevolezza si trasformano nella “consapevolezza che conosce e realizza tutto”, cento aspetti di buddha, quarantadue buddha pacifici e cinquantotto irati, si risveglieranno dentro di noi. Quindi il numero dei grani, centootto, rappresenta gli otto tipi di coscienza con cui la nostra mente funziona in modo ordinario e i cento buddha che si manifesteranno quando la mente realizzerà la sua natura illuminata.” Lama Ole Nydahl

Inoltre il numero 1 rappresenta la consapevolezza suprema, numero 0 rappresenta il cosmo, il numero 8rappresenta gli aspetti della natura.

Ma un’altra interpretazione vede simbolicamente il processo in cui l’individuo (1) raggiunge lo stato di annullamento dell’ego (0) e l’infnito (8) lo  riempie di consapevolezza.

Il numero 108 è considerato inoltre  un numero sacro perchè è multiplo del numero 9 che è il numero del ritorno all’Uno, il 9 rappresenta la Creazione Totale, quella che ​si conosce e quella che non ​si conosce. Sommando i tre numeri che lo compongono 1+0+8 si ha di nuovo il numero 9. A sua volta il numero 9  è 3 volte 3, il numero perfetto.

Swami Satynanda Saraswati ci dice comunque chiaramente, in perfetto allineamento con il principio Huna “l’effiacia è la misura della verità”, che 108 ripetizioni è il numero adatto all’esperienza pratica.

Il mala è presente nelle religioni buddista e indù da più di  6000 anni. La recitazione dei mantra giunge dalla tradizione vedica precedente a Buddha e si usava per invocare  Dio. In quasi tutte (o forse in tutte) le tradizioni spirituali della storia dell’umanità  è presente la pratica di ripetere un mantra come preghiera.  Nella nostra tradizione giudaico/cristiana ritroviamo la recitazione del rosario e delle giculatorie. Per tutte le culture,la recitazione del mantra è la forma base di meditazione. L’aiuto di una collana di perle da “sgranare” ad ogni mantra (o preghiera) come il mala o il rosario appunto, permette di associare al pensiero, al parlato, all’udito anche il tatto che per ogni ripetizione sgrana una perla, permettendo un’ulteriore opzione di mantenimento del focus di chi recita su ciò che sta recitando e quindi un ulteriore aiuto a mantenere la presenza nel Qui e Ora. La mala quindi diventa uno strumento potenziante di “presenza”.

Il mala per sua natura è anche un catalizzatore energetico perciò come dicono i buddhisti “metti la tua energia nel tuo mala”! Ogni mala ha una sua vibrazione che influenza il campo elettromagnetico di chi lo usa e la indossa. Questa energia originaria è potenziata dall’energia stessa di chi usa e ​veste questo oggetto. ​Ogni mala è strettamente personale, ​perchè appunto si “carica” dell’energia di chi lo ​utilizza o lo indossa. A seconda. Si potrebbe definirlo ​ “un ponte di connessione tra noi e le nostre potenzialità”. Ecco perchè ​regalare un mala ​ è un gesto d’Amore molto ​profondo, ​ispirato direttamente  dal cuore​. Con questo gesto ci stiamo ​prendendo cura e e dichiarimo di avere a cuore la persona a cui lo ​doniamo. E il mala che regaliamo è già impregnato di questa bellissima energia.

Perciò il mala è un oggetto allo stesso tempo semplice e prezioso. Può essere uno strumento di meditazione, ma anche un gioiello ornamentale che ci beneficerà delle sue proprietà energetiche allineate alla  calma e all’armonia.

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